ORARI MESSE e AVVISI
ORARIO SANTE MESSE dal 6 ottobre 2019
FESTIVI:
8.00 - 9.15 - 10.30 - 12.00 - 19.00 (ora legale) 18.30 (ora solare)
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SETTIMANA DEL RINGRAZIAMENTO
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- Category: ORATORIO
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10-15 GIUGNO 2014
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IN PARROCCHIA 10-15 giugno 14
Tanta, ma tanta preparazione!...
Tante chiamate e tanti incontri per preparare al meglio questa settimana che aveva lo scopo di ringraziare il Signore per tutto ciò che ogni giorno ci dona;
è stata un'iniziativa aperta a tutti i bambini e ragazzi che hanno ricevuto il sacramento della comunione e della cresima proprio per ritagliare un momento in più per ringraziare Dio del dono dei Sacramenti ricevuti.
Martedi 10 giugno ore 16.30: ci sono solo due bambini! Comincio davvero a pensare male: "Tutto lavoro sprecato!" penso tra me e me.
Poi all'improvviso iniziano ad arrivare tanti ragazzetti tutti assieme; l'imbarazzo era tanto e non nascondo che anche noi animatori lo eravamo ma tra un balletto e l'altro e con il caldo di quel giorno, il ghiaccio lo abbiamo sciolto subito.
Ogni giorno le attività iniziavano con un inno e una coreografia studiata dalle ragazze del gruppo adolescenti della Gifra ;
l'inno era: "E la storia continua..." che abbiamo voluto proporre proprio per il suo titolo, la storia continua, con la speranza che la storia possa continuare, sopratutto per i ragazzi della cresima, nella nostra fraternità come francescani e ovviamente cristiani.
Dopo l'inno un piccolo momento di formazione con un brano dalla Bibbia riguardante il tema di ogni giorno e dei video che ci hanno permesso di immergerci di più nei discorsi affrontati. I temi sono stati la fede, l'amicizia, il creato e la famiglia.
Dopo il momento iniziale....... TUTTI IN MOVIMENTO!!!
Il primo giorno abbiamo ringraziato il Signore per il dono della fede, giornata dal titolo GESU' MI RIEMPIE LA VITA.
Ci siamo divertiti tantissimo a giocare tutti insieme; tra scoppiare palloncini, indovinelli sui santi
e soffiare nelle cannucce per muovere palline di natale il tempo è passato davvero in fretta, così ci siamo riuniti in una preghiera tutti insieme chiedendo al Signore di accrescere in noi la fede ogni giorno e di riempire sempre la nostra vita.
'Àlzati e va'! la tua fede ti ha salvato!'.
GIUBILEO OFS e GIFRA - Taranto
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- Category: GIFRA
- Hits: 2140
LA GIFRA I PRIMI 30 ANNI DI VITA
CON UN PRIMO CICLO DI 5 CONFERENZE INIZIATO IL GIORNO 8 APRILE
SULLA SPIERITUALITA’ FRANCESCANA SECOLARE
IL PRIMO INCONTRO E’ STATO ONORATO DALLA PRESENZA DELLA MINISTRA REGIONALE OFS MARIA RANIERI …
E DELL’ASSISTENTE NAZIONALE OFS FRA ROBERTO FRANCAVILLA PER PARLARCI SUL TEMA: LA FAMIGLIA FRANCESCANA SECOLARE A SERVIZIO DELLA CHIESA
PER IL SECONDO INCONTRO (24 APRILE) ABBIAMO AVUTO LA GIOIA DI AVERE CON NOI LAURA RUSSO, PRESIDENTE REGIONALE GIFRA E L’ASSISTENTE REGIONALE OFS FRA MASSIMO TATULLO PER PARLARCI SUL TEMA: LA FAMIGLIA FRANCESCANA SECOLARE: FRATERNITÁ E CORRESPONSABILITÁ
Laura ci ha parlato col cuore esordendo così: voglio comunicarvi in quale ottica io ho visto la corresponsabilità: secondo me tutto parte da un preciso momento, da quel preciso istante in cui si riceve una “chiamata”.
Niente viene a caso e non ci troviamo per caso in determinati posti. Possiamo anche fare fatica a capire alcune cose, alcuni segni che si presentano nella nostra vita, ma poi, vivendo a 360° tutti i giorni, capiamo che forse la domanda che dobbiamo farci davanti ad una chiamata non è tanto <<perche’?>> ma piuttosto <<perche’ no?>>.
Tutto per me cominciò a Roma nell’agosto 2000. Così risposi alla chiamata 14 anni fa. Ero ancora una ragazzina, un’adolescente con i suoi pensieri e sinceramente non so nemmeno io esattamente cosa mi stesse chiedendo in quel momento il Signore.
Mi sono ritrovata la notte del 19 Agosto del 2000 in mezzo a oltre 2 milioni di giovani provenienti da ogni parte del mondo. Le mie emozioni in quel momento? Sgomento, paura, smarrimento … voglia di ritornare a casa …
All’improvviso tutto si trasformò. Bastò una scrollata, una sgridata da parte di una persona che in quel momento rappresentava fisicamente Colui che mi chiamava ad operare (e quella persona è qui presente questa sera, ed è sempre stata presente nella mia vita da allora, grazie a Dio! Parlo del vostro assistente Gifra- Ofs) e tutto prese una direzione diversa.
È stato lì che la chiamata del Signore per me ha preso veramente forma, si è materializzata soprattutto grazie alle parole e all’incitamento di un Papa che tra qualche giorno diventerà santo!
Cari giovani e ragazze, non permettete che il tempo che il Signore vi dona trascorra come se tutto fosse un caso. San Giovanni ci ha detto che ogni cosa è stata fatta in Cristo. Credete dunque fortemente in Lui. Egli conduce la storia dei singoli come quella dell'umanità. Certamente Cristo rispetta la nostra libertà, ma in tutte le vicende gioiose o amare della vita non cessa di chiederci di credere in Lui, nella sua Parola, nella realtà della Chiesa, nella vita eterna!
E' Gesù che suscita in voi il desiderio di fare della vostra vita qualcosa di grande, la volontà di seguire un ideale, il rifiuto di lasciarvi inghiottire dalla mediocrità, il coraggio di impegnarvi con umiltà e perseveranza per migliorare voi stessi e la società, rendendola più umana e fraterna. Io prego perché Egli regni nei vostri cuori e nell'umanità del nuovo secolo e millennio.
Tornando a casa, non disperdetevi. Confermate ed approfondite la vostra adesione alla comunità cristiana a cui appartenete. Non abbiate paura di affidarvi a Lui. Egli vi guiderà, vi darà la forza di seguirlo ogni giorno e in ogni situazione.
Vi spiego. Sto parlando della GMG di Tor Vergata a Roma nel 2000. Vi ero andata più per curiosità che per convinzione religiosa … ma da quell’evento tornai cambiata. Ho deciso quindi di seguire la chiamata, (quelle parole del Papa non potevano rimanere inascoltate) e di dare una risposta, una risposta che da quel momento in poi ha dato senso e forma a tutta la mia vita.
Tornata a casa ho fatto la mia prima promessa in Gifra e in poco tempo sono diventata un’animatrice araldini (araldini che ho sempre amato e custodito con tutta me stessa). L’anno prossimo entrerò a far parte dell’Ofs e la cosa più bella è che l’entusiasmo è sempre stato tanto in tutti questi anni e invece di diminuire, con l’età è aumentato.
Sono entrata gradualmente nell’ottica del servizio e della presa di coscienza che avevo delle precise responsabilità morali nei confronti di altri miei fratelli e sorelle che forse ancora non erano riusciti a rispondere alla loro chiamata. Dovevo contagiare chi si presentava sulla mia strada con il mio entusiasmo e questa è la missione che ho provato a portare avanti in tutti questi anni e che continuo a portare avanti tuttora.
Mi piace condividere con voi qualche tassello fondamentale della mia vita, perché credo che non ci sia esempio migliore, testimonianza più autentica della propria vita e della propria esperienza per comunicare qualcosa a qualcuno. L'ho fatto anche perché sono convinta che il cammino della fede di ognuno di noi passa attraverso tutto ciò che viviamo.
Come dicevo prima: avevo 16 anni quando ho fatto la prima promessa nella Gioventù francescana e da lì è stata una continua escalation di sentimenti, emozioni, amore, fraternità e tanto altro che rappresenta la mia persona. Fin da subito il Signore mi ha chiamata a servire la fraternità locale come consigliera: mi sentivo piccola, forse poco pronta, ma proprio lì mi chiesi: <<Perché no?>>
E così una pietra dopo l’altra è arrivato il mandato di Presidente locale, il coordinamento regionale e poi il culmine di tutto: PRIMO GIUGNO 2013 … l’ennesima chiamata! Cosa avevo fatto io per meritare tutte queste gioie, tutto questo amore nella mia vita? Lui stava bussando per l’ennesima volta alla mia porta per chiedermi di servire un’altra fraternità, questa volta “leggermente” più grande! E cosa si può rispondere ad una chiamata del genere? Chiaramente SI!!!
Dove sta in tutto questo il concetto di corresponsabilità? Secondo me la corresponsabilità è insita nella vita di ciascuno di noi: gifrini, terziari, genitori simpatizzanti di San Francesco, assistenti … chiunque venga chiamato e risponde in modo positivo alla chiamata di Cristo, secondo me non può non rimboccarsi le maniche e donarsi con tutto se stesso, che faccia parte o meno di un consiglio o di una fraternità senza per forza ricoprire una carica. (…….)
IL 06 MAGGIO SI È TENUTO IL TERZO INCONTRO CON DON GINO ROMANAZZI,
VICARIO EPISCOPALE PER LA PASTORALE DELLA DIOCESI DI TARANTO
SUL TEMA: MARIA ICONA DI LAICITÁ E SERVIZIO
IL GIORNO 15 MAGGIO È STATA LA VOLTA DEL NOSTRO VESCOVO EMERITO BENIGNO PAPA SUL TEMA: MARIA E GLI APOSTOLI TESTIMONI DEL RISORTO
Sua eccellenza ha posto una particolare attenzione al termine:” testimonianza”. La testimonianza indica la missione della chiesa. Senza testimonianza la chiesa sarebbe una sterile università della religione.
La comunità cristiana è chiamata a vivere la fede e a testimoniare. Testimone è colui che afferma un fatto e lo presenta sulla base di un conoscenza diretta e non per sentito dire.
Gli apostoli sono coloro che hanno seguito Gesù e che sono cresciuti con lui gradualmente. Essi sono testimoni. Cioè non possono tacere su quello che hanno udito e visto.
E i laici posso essere veri testimoni? Per essere veri testimoni è necessario avere una fede viva ed aver fatto esperienza di Cristo Risorto. Ricchi di questa esperienza neanche i laici possono tacere.
In tutto questo può esserci di aiuto Maria; la testimone della Risurrezione e la madre di Gesù. Essa può essere considerata come modello di contemplazione e di evangelizzazione.
Alla fine dell’incontro P. Virgilio, il guardiano della fraternità ha salutato e ringraziato P. Benigno per quanto ci ha detto e per il suo servizio instancabile alla chiesa.
L’ULTIMO INCONTRO DI QUESTO PRIMO CICLO (22 MAGGIO) È STATO TENUTO DAL CAPPUCCINO FRA ALFREDO MARCHELLO
SUL TEMA: MARIA DONNA DI PREGHIERA E DI FRATERNITÀ.
Come nel suo stile chiaro e sintetico, fra Alfredo a forti pennellate, ci ha dato il senso della preghiera che dà senso alla fraternità francescana secolare.
Il suo incontro è stato caratterizzato da vari interventi di molti membri della fraternità, stimolati dallo stile provocatorio della cose che ci ha comunicato.
Ogni incontro è stato moderato dal ministro Ofs della nostra fraternità, Cosimo Laudato e dalla presidente della nostra Gifra, Samantha Lotta.
Laudate et benedicete mi’ Signore et rengraziateli et serviateli cum grande umilitate!
Processione del Crocifisso - Venerdì Santo 2014
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- Category: PROCESSIONE DEL CROCIFISSO
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LA VIA CRUCIS DELLA NOSTRA PARROCCHIA 11 Aprile 2014
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Mistero che si realizza nell’amore e nel dolore. Mistero che si concretizza in un giardino. Una narrazione che comincia da un giardino e finisce in un altro giardino.
Su questo luogo proverò a soffermarmi insieme con voi stasera. «In quel tempo, Gesù uscì con i suoi discepoli al di là del torrente Cedron, dove c’era un giardino, nel quale entrò con i suoi discepoli» (18,1).
Passeggiare nel giardino è quello che Dio Creatore ama fare insieme con i progenitori: li cerca, li interroga, li coglie nella loro quotidianità. Scrive padre Ermes Ronchi:
«Le braccia di Gesù, inchiodate e distese in un abbraccio che non può più rinnegarsi, sono le porte dell’Eden spalancate per sempre, sono cuore dilatato fino a lacerarsi molto prima del colpo di lancia, sono accoglienza di ogni creatura, alleanza con tutto ciò che vive: genesi dell’uomo in Dio.
Perché l’amato nasce dalle ferite del cuore di chi lo ama. L’uomo nasce dal Cuore trafitto del suo Creatore». E così si capisce che la vita non è possesso o rapina, ma dono di sé; che Dio e la vita sono dono reciproco di sé.
Allora la croce è davvero la gloria di Dio, l’ora gloriosa della vita, come appare da tutta la Passione secondo Giovanni.
C’è poi la seconda ricorrenza del vocabolo “giardino”: «Uno dei servi del sommo sacerdote, parente di quello a cui Pietro aveva tagliato l’orecchio, disse: “Non ti ho forse visto con lui nel giardino?”» (18,26).
Il giardino diventa il luogo della verità e della trasparenza, lo svelamento dell’angolo più profondo e intimo di noi tutti.
Nel recinto di verde con Cristo non possiamo più barare, la sua presenza ci avvolge e travolge, ci chiama a prendere posizione, non è più possibile fare nessun doppio gioco. Tutto cambia con lui o senza di lui.
Gli occhi di molti sono puntati addosso a noi, dobbiamo necessariamente assumerci le responsabilità e i doveri del nostro battesimo. Giardino è il mio spirito, la mia famiglia, la comunità, giardino è l’ambiente di lavoro, quando la croce che vi trovo mi santifica.
E, infine, alla conclusione del lungo passo evangelico di Giovanni: «Nel luogo dove (Gesù) era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora posto» (19,41).
Il giardino diventa il luogo della vita nuova, la condizione spaziale della risurrezione di Cristo e poi anche della nostra.
Non è più tempo di passeggiare nel giardino tra l’alba e il tramonto, bisogna abbandonare l’uomo vecchio e stabilire nuovi equilibri, nuove armonie di vita.
Il giardino è lo spazio interiore per aprirci alla luce ed accogliere gli altri con le loro difficoltà, con le rinunce che saremo chiamati a fare per la bellezza del loro giardino personale, le nostre rinunce e i nostri sacrifici per la loro salvezza.
La Settimana di Passione non ci fa distogliere gli occhi dalle settimane travagliate che molti fratelli migranti stanno vivendo, troppi fra loro pagando di persona, pagando con la vita la speranza di un futuro migliore.
Sono almeno due in questo momento gli orizzonti che si aprono sotto i nostri occhi: uno appartiene al mar Mediterraneo, l’altro è internazionale.
Questo 2014 sono esattamente ventitré anni dal primissimo sbarco di albanesi sulle coste della Puglia, alla caduta del regime comunista. Non ci siamo dimenticati di quella tragedia che vide la Puglia in prima linea per tamponare l’emergenza. E continuano a emigrare intere popolazioni, abbandonando la patria, la casa, gli affetti.
Gesù è straniero ed è crocifisso sul legno sino alla fine dei tempi. Egli ci ripete le parole del giudizio finale, che sono per noi straordinariamente attuali, una contemporaneità che anticipa ogni previsione futura, chiama a rimboccarci le maniche, a spogliarci di giudizi avventati, chiama a conversione e a promuovere l’uomo: «Ero straniero e mi avete accolto» (Mt 25,35).
Non so se avete sentito che a Siculiana, piccolo paese in provincia di Agrigento, tre anni fa è stata vissuta una Via crucis, in cui la croce era realizzata col legno di uno dei barconi dei migranti sbarcati sull’isola di Lampedusa.
Questa è la croce che stasera siamo chiamati a baciare e a venerare, finalmente liberati da ogni pesante fotografia, da una comprensione avvilente del fenomeno migratorio.
E adesso la prospettiva più larga, in questo Venerdì di Passione una finestra aperta sulla mondialità. Si tratta della persecuzione perpetrata ai danni dei cristiani che in alcuni Paesi non godono dei minimi diritti, men che meno di quello alla libertà religiosa.
Sentite le parole che fungono da testamento spirituale di Shahbaz Bhatti, Ministro federale delle Minoranze religiose in Pakistan, nato nel 1968 e assassinato il 2 marzo 2011 da un commando estremista nella capitale Islamabad. Sono circolate anche in internet, finalmente sul web qualcosa di dirompente e di contagioso nel bene:
«Il mio nome è Shahbaz Bhatti. Sono nato in una famiglia cattolica (…) Fin da bambino ero solito andare in chiesa e trovare profonda ispirazione negli insegnamenti, nel sacrificio e nella crocifissione di Gesù. Fu il suo amore che mi indusse a offrire il mio servizio alla Chiesa».
«Le spaventose condizioni in cui versavano i cristiani del Pakistan mi sconvolsero. Ricordo un venerdì di Pasqua quando avevo soltanto tredici anni:
ascoltai un sermone sul sacrificio di Gesù per la nostra redenzione e per la salvezza del mondo».
«E pensai di corrispondere a quel suo amore donando amore ai nostri fratelli e sorelle, ponendomi a servizio dei cristiani specialmente dei poveri, dei bisognosi e dei perseguitati che vivono in questo Paese islamico» (…)
«Non voglio popolarità, non voglio posizioni di potere. Voglio solamente un posto ai piedi di Gesù. Voglio che la mia vita, il mio carattere, le mie azioni parlino di me e dicano che sto seguendo Gesù Cristo».
Tra sedici giorni a Roma sarà canonizzato Papa Giovanni Paolo II e in questa Pasqua non possiamo dimenticare la sua grandissima lezione di umanità e santità.
Dopo aver stabiliti i nuovi canoni del processo per elevare agli onori dell’altare un fedele battezzato, è praticamente la prima volta che un Pontefice beatifica il suo immediato predecessore.
Dunque, stiamo per assistere ad un evento storico. Vi vorrei ricordare alcune parole che Papa Wojty?a scrisse in un suo testo poetico:
«L’amore mi ha spiegato ogni cosa, / l’amore ha risolto tutto per me / perciò ammiro questo Amore / dovunque Esso si trovi».
Per entrare nel mistero del totale svuotamento e della suprema gloria del Figlio di Dio, è necessaria la chiave dell’amore.
Come è stato per il nostro amato Giovanni Paolo II, nelle lunghe notti della nostra storia e di quella d'ogni uomo la fede e la poesia ci aiutano a tenere desta la speranza e a intravedere l'alba.
Adoriamo questa sera insieme la croce di Gesù nel giardino della nostra esistenza.
Riconosciamoci per quello che siamo, deboli, vittime tante volte della nostra presunzione, dell’orgoglio, dell’inclinazione al male.
Soltanto la croce ci offre salvezza. Così canta e inneggia ad essa la Liturgia: «O croce della nostra salvezza, albero tanto glorioso, un altro non v’è nella selva, di rami, di fronde a te uguale. Per noi, dolce legno, tu porti appeso il Signore del mondo».
Adoriamo, sorelle e fratelli, quel legno santo dal quale trasuda l’amore in grado di spiegarci ogni cosa.
Da esso è venuta la gioia in tutto il mondo, abbracciandoci ad esso scopriremo il segreto della vita vissuta in pienezza nonostante le prove, il segreto della Vita oltre la morte. Così sia.
Fra Pier Giorgio Taneburgo
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