Company Logo

NOTE! This site uses cookies and similar technologies.

If you not change browser settings, you agree to it. Learn more

I understand


LITURGIA di OGGI

Cerca nella BIBBIA
Per citazione
(es. Mt 28,1-20):
Per parola:

ACCESSO UTENTI

Le SETTE Parole di Cristo sulla CROCE

LA COMUNITA' DI S. LORENZO

  MEDITA LA PASSIONE DEL SIGNORE ASCOLTANDO

«LE ULTIME SETTE PAROLE DI GESÚ SULLA CROCE» DI F. J. HAYDN
You need to upgrade your Flash Player

Joomla Slideshow




Il 7 e il 9 aprile 2014 è stato organizzato dal Gruppo parrocchiale del SS. Crocifisso la meditazione su “Le ultime Sette Parole di Gesù Cristo sulla Croce”, un evento in due serate che ha avuto luogo per la prima volta nella nostra chiesa di “S. Lorenzo da Brindisi”.

Alla lettura dei passi del Vangelo in cui Gesù pronuncia le sue ultime frasi è seguita la meditazione  interiore mentre un ensemble (un quartetto d’archi e due clavicembali) collocato sotto la statua del Crocifisso, eseguiva le musiche di Franz Joseph Haydn (1732-1809).

L’autore aveva composto appositamente questo conerto nel 1786 su richiesta di un canonico di Cadice, nella Spagna meridionale, per le cerimonie del Venerdì Santo.

Il senso profondo della meditazione è stata la Croce stessa per contemplare e associare alle nostre vite l’esperienza di Gesù Cristo, unendoci a Lui mediante la fede, l’amore e il perdono. “I cristiani devono rispondere al male con il bene, prendendo su di sé la Croce, come Gesù “(Papa Francesco).

In chiesa le emozioni sono state tante.

All’inizio, l’ingresso di un bambino che omaggia la statua del Crocifisso deponendovi ai piedi la troccola.

Gesto che richiama l’assemblea al raccoglimento ed alla preghiera e che sottolinea il carattere spirituale dell’evento.

Ognuno di noi dovrà fare sue, nella propria vita le parole di Gesù perché tutti hanno una Croce da portare.

Dobbiamo essere consapevoli che il Signore in quanto uomo, essere umano, ha patito il dolore terreno, fisico, lo stesso dolore che qualunque essere umano avrebbe patito al posto Suo.

Nello stesso tempo, intravediamo in quelle ultime parole pronunciate qualcosa che va oltre la dimensione umana: l’intercessione per la salvezza, la certezza che tutto doveva compiersi perché così era scritto. E che tutto ciò costituisce un passaggio “obbligato” verso la redenzione.

Tutta la nostra fede si basa sulla certezza della Risurrezione nostra così come è avvenuto per il figlio di Dio.

Quindi, ripensare alle ultime parole che potrebbero anche apparire banali perché inserite in un contesto di morte, significa prendere davvero coscienza del nostro essere umani e limitati, di avere dei bisogni materiali

ma soprattutto di essere chiamati a qualcosa di superiore, ad essere santi, cosa che aveva ben compreso il ladrone sulla croce affianco a Gesù, pentitosi in punto di morte.

Così frasi come “donna, ecco tuo figlio”, “Dio mio perché mi hai abbandonato”, “Ho sete”, ci rivelano la natura umana di Cristo in Croce, con tutte le umane debolezze, perché ci parlano di un uomo di fronte a sua madre, non più sicuro di avere il conforto di Dio suo Padre, che chiede da bere. 

Altre frasi invece (“Padre perdona loro…”,”Oggi sarai con me in Paradiso”, ”Tutto è compiuto”, pur se pronunciate da un uomo sofferente sulla Croce, ci guidano dalla dimensione terrena verso quella divina perché ci trasportano verso il perdono, il Paradiso, l’accettazione della volontà di Dio (consummatum est).

E’ dunque nella certezza della vita oltre la morte e della Risurrezione che riposa la bellezza “nascosta” della Croce. Sette sonate dal carattere struggente ma sereno precedute da una “Introduzione” e con un brano finale:

“Terremoto” hanno contribuito a creare un’atmosfera di preghiera assorta e profonda, donando a tutti i presenti tra i quali anche diversi bambini, il gusto della bellezza e dell’armonia.

Come più volte ha ribadito il nostro parroco Fra Francesco Monticchio “le cose belle fanno sempre più buono il cuore!”.
Share



Powered by Joomla!®. Designed by: ThemZa hottest actors Valid XHTML and CSS.