LITURGIA di OGGI
ACCESSO UTENTI
MENU' UTENTI
PROCESSIONE DEL CROCIFISSO
VENERDI' PRIMA DELLE PALME

Processione del Crocifisso - Venerdì Santo 2014
- Details
- Category: PROCESSIONE DEL CROCIFISSO
- Hits: 3594
LA VIA CRUCIS DELLA NOSTRA PARROCCHIA 11 Aprile 2014
Joomla Slideshow
Mistero che si realizza nell’amore e nel dolore. Mistero che si concretizza in un giardino. Una narrazione che comincia da un giardino e finisce in un altro giardino.
Su questo luogo proverò a soffermarmi insieme con voi stasera. «In quel tempo, Gesù uscì con i suoi discepoli al di là del torrente Cedron, dove c’era un giardino, nel quale entrò con i suoi discepoli» (18,1).
Passeggiare nel giardino è quello che Dio Creatore ama fare insieme con i progenitori: li cerca, li interroga, li coglie nella loro quotidianità. Scrive padre Ermes Ronchi:
«Le braccia di Gesù, inchiodate e distese in un abbraccio che non può più rinnegarsi, sono le porte dell’Eden spalancate per sempre, sono cuore dilatato fino a lacerarsi molto prima del colpo di lancia, sono accoglienza di ogni creatura, alleanza con tutto ciò che vive: genesi dell’uomo in Dio.
Perché l’amato nasce dalle ferite del cuore di chi lo ama. L’uomo nasce dal Cuore trafitto del suo Creatore». E così si capisce che la vita non è possesso o rapina, ma dono di sé; che Dio e la vita sono dono reciproco di sé.
Allora la croce è davvero la gloria di Dio, l’ora gloriosa della vita, come appare da tutta la Passione secondo Giovanni.
C’è poi la seconda ricorrenza del vocabolo “giardino”: «Uno dei servi del sommo sacerdote, parente di quello a cui Pietro aveva tagliato l’orecchio, disse: “Non ti ho forse visto con lui nel giardino?”» (18,26).
Il giardino diventa il luogo della verità e della trasparenza, lo svelamento dell’angolo più profondo e intimo di noi tutti.
Nel recinto di verde con Cristo non possiamo più barare, la sua presenza ci avvolge e travolge, ci chiama a prendere posizione, non è più possibile fare nessun doppio gioco. Tutto cambia con lui o senza di lui.
Gli occhi di molti sono puntati addosso a noi, dobbiamo necessariamente assumerci le responsabilità e i doveri del nostro battesimo. Giardino è il mio spirito, la mia famiglia, la comunità, giardino è l’ambiente di lavoro, quando la croce che vi trovo mi santifica.
E, infine, alla conclusione del lungo passo evangelico di Giovanni: «Nel luogo dove (Gesù) era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora posto» (19,41).
Il giardino diventa il luogo della vita nuova, la condizione spaziale della risurrezione di Cristo e poi anche della nostra.
Non è più tempo di passeggiare nel giardino tra l’alba e il tramonto, bisogna abbandonare l’uomo vecchio e stabilire nuovi equilibri, nuove armonie di vita.
Il giardino è lo spazio interiore per aprirci alla luce ed accogliere gli altri con le loro difficoltà, con le rinunce che saremo chiamati a fare per la bellezza del loro giardino personale, le nostre rinunce e i nostri sacrifici per la loro salvezza.
La Settimana di Passione non ci fa distogliere gli occhi dalle settimane travagliate che molti fratelli migranti stanno vivendo, troppi fra loro pagando di persona, pagando con la vita la speranza di un futuro migliore.
Sono almeno due in questo momento gli orizzonti che si aprono sotto i nostri occhi: uno appartiene al mar Mediterraneo, l’altro è internazionale.
Questo 2014 sono esattamente ventitré anni dal primissimo sbarco di albanesi sulle coste della Puglia, alla caduta del regime comunista. Non ci siamo dimenticati di quella tragedia che vide la Puglia in prima linea per tamponare l’emergenza. E continuano a emigrare intere popolazioni, abbandonando la patria, la casa, gli affetti.
Gesù è straniero ed è crocifisso sul legno sino alla fine dei tempi. Egli ci ripete le parole del giudizio finale, che sono per noi straordinariamente attuali, una contemporaneità che anticipa ogni previsione futura, chiama a rimboccarci le maniche, a spogliarci di giudizi avventati, chiama a conversione e a promuovere l’uomo: «Ero straniero e mi avete accolto» (Mt 25,35).
Non so se avete sentito che a Siculiana, piccolo paese in provincia di Agrigento, tre anni fa è stata vissuta una Via crucis, in cui la croce era realizzata col legno di uno dei barconi dei migranti sbarcati sull’isola di Lampedusa.
Questa è la croce che stasera siamo chiamati a baciare e a venerare, finalmente liberati da ogni pesante fotografia, da una comprensione avvilente del fenomeno migratorio.
E adesso la prospettiva più larga, in questo Venerdì di Passione una finestra aperta sulla mondialità. Si tratta della persecuzione perpetrata ai danni dei cristiani che in alcuni Paesi non godono dei minimi diritti, men che meno di quello alla libertà religiosa.
Sentite le parole che fungono da testamento spirituale di Shahbaz Bhatti, Ministro federale delle Minoranze religiose in Pakistan, nato nel 1968 e assassinato il 2 marzo 2011 da un commando estremista nella capitale Islamabad. Sono circolate anche in internet, finalmente sul web qualcosa di dirompente e di contagioso nel bene:
«Il mio nome è Shahbaz Bhatti. Sono nato in una famiglia cattolica (…) Fin da bambino ero solito andare in chiesa e trovare profonda ispirazione negli insegnamenti, nel sacrificio e nella crocifissione di Gesù. Fu il suo amore che mi indusse a offrire il mio servizio alla Chiesa».
«Le spaventose condizioni in cui versavano i cristiani del Pakistan mi sconvolsero. Ricordo un venerdì di Pasqua quando avevo soltanto tredici anni:
ascoltai un sermone sul sacrificio di Gesù per la nostra redenzione e per la salvezza del mondo».
«E pensai di corrispondere a quel suo amore donando amore ai nostri fratelli e sorelle, ponendomi a servizio dei cristiani specialmente dei poveri, dei bisognosi e dei perseguitati che vivono in questo Paese islamico» (…)
«Non voglio popolarità, non voglio posizioni di potere. Voglio solamente un posto ai piedi di Gesù. Voglio che la mia vita, il mio carattere, le mie azioni parlino di me e dicano che sto seguendo Gesù Cristo».
Tra sedici giorni a Roma sarà canonizzato Papa Giovanni Paolo II e in questa Pasqua non possiamo dimenticare la sua grandissima lezione di umanità e santità.
Dopo aver stabiliti i nuovi canoni del processo per elevare agli onori dell’altare un fedele battezzato, è praticamente la prima volta che un Pontefice beatifica il suo immediato predecessore.
Dunque, stiamo per assistere ad un evento storico. Vi vorrei ricordare alcune parole che Papa Wojty?a scrisse in un suo testo poetico:
«L’amore mi ha spiegato ogni cosa, / l’amore ha risolto tutto per me / perciò ammiro questo Amore / dovunque Esso si trovi».
Per entrare nel mistero del totale svuotamento e della suprema gloria del Figlio di Dio, è necessaria la chiave dell’amore.
Come è stato per il nostro amato Giovanni Paolo II, nelle lunghe notti della nostra storia e di quella d'ogni uomo la fede e la poesia ci aiutano a tenere desta la speranza e a intravedere l'alba.
Adoriamo questa sera insieme la croce di Gesù nel giardino della nostra esistenza.
Riconosciamoci per quello che siamo, deboli, vittime tante volte della nostra presunzione, dell’orgoglio, dell’inclinazione al male.
Soltanto la croce ci offre salvezza. Così canta e inneggia ad essa la Liturgia: «O croce della nostra salvezza, albero tanto glorioso, un altro non v’è nella selva, di rami, di fronde a te uguale. Per noi, dolce legno, tu porti appeso il Signore del mondo».
Adoriamo, sorelle e fratelli, quel legno santo dal quale trasuda l’amore in grado di spiegarci ogni cosa.
Da esso è venuta la gioia in tutto il mondo, abbracciandoci ad esso scopriremo il segreto della vita vissuta in pienezza nonostante le prove, il segreto della Vita oltre la morte. Così sia.
Fra Pier Giorgio Taneburgo
PROCESSIONE CROCIFISSO
- Details
- Category: PROCESSIONE DEL CROCIFISSO
- Hits: 5271
COSÌ É NATA LA NOSTRA PROCESSIONE DEL CROCIFISSO
a cura dell'Avv. Nicola Mazzia
Si sta approssimando la Pasqua del 1978 e fervono in Parrocchia i consueti preparativi . Il parroco P. Severino, si trova a parlare con Franco Ortino e Franco Di Giorgio. Il suo sguardo cade sul Crocifisso esposto in fondo alla vecchia chiesa. Gli viene in mente un'idea che subito espone ai suoi interlocutori : "Che bel Crocifisso che abbiamo ! Perché il venerdì Santo non organizziamo una Via Crucis per le strade della Parrocchia e non lo portiamo in processione?" Detto fatto . Si mette subito in moto la macchina organizzativa . Qualcuno ricorda : "Quando ero piccolo , i primi anni che ci trasferimmo qui dalla città vecchia se non sbaglio, il venerdì Santo già si svolgeva una processione con il Crocifisso . Certamente - ricorda Giovanni Caforio - abbiamo ancora conservato il supporto di metallo che si montava sulla base che realizzammo in arsenale per portare in processione il Crocifisso . Da qualche parte ci deve essere anche la troccola che si utilizzava durante la quaresima". II convento viene messo sotto sopra e alla fine in un cantuccio della dispensa viene ritrovata la troccola : é un po' impolverata, il colore risente degli anni di abbandono , ma con una lucidata presto ritorna come nuova . "Ragazzi, qui sono conservate le sdanghe e le forcelle e ci sono pure i fanali per poter uscire in processione - indica ancora Giovanni Caforio - L'attrezzatura non manca : i primi anni in cui fu eretta la Parrocchia, alla fine degli anni '50, quando fu terminato il complesso Ina Casa, con Padre Ambrogio e Padre Agatangelo,le feste e le processioni non mancavano mai. Prima di tutto la festa di S. Lorenzo e la processione attraversava tutta la città fino a piazza Maria Immacolata. E poi c'era la processione del Corpus Domini, che all'epoca si festeggiava il giovedì a livello diocesano e la domenica nelle parrocchie; il Sacro Cuore ed infine il Crocifisso". In pochi giorni é tutto pronto: si lucidano i fanali si monta la base, si restaura la troccola. Il venerdì Santo la celebrazione della Passio Domini é particolarmente animata. Qualche portatore ancora non é stato trovato e molti vengono avvicinati da Franco Di Giorgio, che sussurra, per non disturbare la funzione: "Te la senti di portare il Crocifisso? Vorresti portare un fanale? " Alla fine, comunque, é tutto pronto e la via Crucis può iniziare. P. Ludovico prende posto nella Renault 5 dei frati, su cui é stato montato un megafono e proclama le stazioni. Al rientro non manca un nastro con la marcia funebre finale. La prima esperienza é stata positiva. I parrocchiani hanno partecipato numerosi. Qualcuno commenta: "Senza questa esperienza non avrei vissuto in pienezza la Pasqua: la partecipazione alla processione mi ha dato una carica che negli anni precedenti mi era mancata."
E’ passato un anno . II Parroco decide di ripetere l'esperienza, si consulta con coloro che lo avevano aiutato nell'organizzazione l'anno precedente. L'intento comune é di fare ancora meglio. Si discute : "Per migliorare la Processione ci vuole la banda". "E dove vuoi trovarla una banda disponibile il venerdì Santo? Tra la processione dell'Addolorata e i Misteri sono tutte impegnate! Chi vuoi che accetti di suonare in periferia ?". L'intervento del Parroco risolve il problema: "Anticipiamo la data della Processione. Il venerdì che precede la domenica delle Palme é il Venerdì di Passione : mi sembra un giorno adatto per celebrare la Via Crucis per le strade". Franco Ortino, Franco Di Giorgio ed Arturo Presta si recano dal maestro Simonetti, il quale accetta di buon grado di portare la sua banda a 'prestar servizio' al Rione Salinella tra le palazzine dell' Ina Casa. La voce si sparge tra gli appassionati ed in tutta la città: la sera del venerdì di passione del 1979 sono presenti non solo i parrocchiani, ma anche i fedeli che vengono da altri quartieri.
E' il pomeriggio del 27 settembre 1980, un sabato in cui l'estate non vuol saperne di lasciare il posto all'autunno. C'è però qualcuno che già (o, forse ancora) pensa alla Processione. Un gruppetto di persone - alcuni hanno da pochi anni raggiunto la maggiore età, altri, invece, già adulti- si riunisce nei locali dell'asilo prefabbricato che sorgeva ove ora c'é il giardino del convento. La Processione sta crescendo. La sua organizzazione non può essere lasciata alla buona volontà ed alla disponibilità dei singoli, ne tanto meno all'improvvisazione dell'ultimo momento. Alla fine la decisione é unanime: costituiamo un Comitato che si faccia carico dei problemi organizzativi e soprattutto reperimento dei fondi necessari, anche attraverso l'autotassazione dei suoi componenti. La scelta del Presidente é presto fatta: il Sig. Giovanni Caforio per la sua esperienza e la sua capacità é la persona adatta.
II tempo passa e le processioni si susseguono. Siamo nel 1983 quando i membri del Comitato avvertono che per poter organizzare nel migliore dei modi la Processione occorre incontrarsi non solo per risolvere i problemi pratici ed organizzativi, ma anche per realizzare insieme un cammino di crescita spirituale. Il Parroco, P. Bonaventura, insiste ed investe i componenti del Comitato di un nuovo mandato: "Dovete essere il Gruppo liturgico parrocchiale" Per la prima volta nel 1984 i portatori indossano il camice bianco. I camici per l'occasione vengono chiesti in prestito alla vicina Parrocchia dei S. Medici. Per la processione del 1985 , invece, la compianta Sig. Anna Scardillo provvede a cucire i nuovi camici per la Processione. Ma il loro uso viene anticipato. Da quell'anno, infatti, il Gruppo liturgico inizia ad animare la Via Crucis ogni domenica di Quaresima. Dopo la Processione i camici vengono riposti in un armadio appositamente procurato, ma solo per poco tempo. La notte di Pasqua il Parroco chiama : "Siete il Gruppo liturgico, dovete prestar servizio all'altare durante la Veglia". Inizia cosi una nuova esperienza che prosegue tutt'ora.
Siamo alla fine degli anni '80 , quando si affaccia sulla scena un nuova generazione di coloro che, si può dire, sono nati con la Processione, negli anni '77/78, che hanno iniziato a frequentare il gruppo dei ministranti, ed ora iniziano a portare i simboli della processione. Per dare spazio e visibilità anche ai più piccolini 1990 per la prima volta é presente una 'posta' di bambini con l'abito di rito. Grande é l'emozione dei più anziani quando vedono le nuove leve portare prima il fanale, poi la troccola, lo stendardo o, addirittura, la Croce dei misteri e, infine, la statua del Crocifisso. Ma forse ancora maggiore é la soddisfazione quando grazie, al loro impegno, riescono a realizzare le stazioni della Via Crucis che dal 1996 vengono poste lungo il percorso per poter sostare in preghiera con più raccoglimento. E' iniziato il passaggio del testimone...